Willem van Hanegem: il leggendario giocatore nell’ombra
Dic 24, 2023

Questo centrocampista olandese è stato un giocatore fondamentale della Nazionale ai Mondiali del 1974, dopo le grandi prestazioni con il Feyenoord, anche se oggi non è uno dei più menzionati di quella rosa. La sua infanzia fu segnata dal bombardamento nazista della sua città natale, Breskens, dove morirono due fratelli, una sorella e suo padre, che generò antipatia per i tedeschi.

La serie di operazioni militari che hanno portato alla conquista del porto di Anversa sono storicamente conosciute come la Battaglia della Schelda

L’ ”Arancia Meccanica”, quella Nazionale Olandese che fu assemblata da Rinus Michels e che si è imposta negli anni ’70 per le sue innovazioni di gioco e tattiche. Aveva molti giocatori che sono passati alla storia, come lo stesso Johan Cruyff, Ruud Krol, Johan Neeskens, Rob Rensenbrink, tra gli altri.

Ma uno di loro, che ha giocato tutte le partite di quel Mondiale nel 1974, e che è poco ricordato, e che, inoltre, ha messo in campo grandi prestazioni con il Feyenoord, è Willem van Hanegem, nato il 20 febbraio 1944 nella città di Breskens, nel sud-ovest dei Paesi Bassi.

La sua infanzia fu segnata dalla seconda guerra mondiale, questo perché suo padre, due fratelli e una sorella furono uccisi dalla Luftwaffe, l’aviazione nazista, durante un bombardamento l’11 settembre 1944. Questo fatto lo costrinse a lasciare Breskens per vivere a Utrecht, gli procurò antipatia per i tedeschi.

Van Hanegem è cresciuto come giocatore principalmente nelle strade della città della Valle del Reno, ma in seguito si è allenato e ha giocato per il Velox, una squadra del quartiere di Tolsteeg. Era nelle giovanili, fino a quando, nel 1962, il direttore tecnico della prima squadra, Daan van Beek, vide come in una sessione di allenamento il futuro giocatore dell’ “Arancia Meccanica” calciava i palloni in porta da fuori area con il piede sinistro. Con molta potenza e precisione: venne inserito nella prima squadra.

1968, nello Xerxes

Con il Velox, Van Hanegem giocò tra il 1962 e il 1966, quattro anni in cui crebbe come calciatore e realizzò le sue prime reti nella seconda divisione dell’Olanda, l’ Eerste Divisie, dove si fece conoscere e mostrò le sue capacità: aveva un grande visione e talento con i passaggi, qualità che gli permettevano di liberare i compagni quando meno se lo aspettavano i difensori avversari. Inoltre, i suoi tiri con il sinistro  erano un pericolo, il che lo rendeva un giocatore da tenere in seria considerazione da parte dei difensori avversari.

Lasciò la squadra di Tolsteeg nel 1966 dopo 109 partite e 34 gol, per entrare a far parte delle fila del Xerxes, squadra della città di Rotterdam con la quale esordì nella Prima Divisione olandese (Eredivisie), arrivando nella stagione 1966 – ‘67 al decimo posto in campionato, giocando 34 partite, la stessa cifra nel torneo 1967-‘68, ma segnando molti più gol: 26 reti, 20 in più.

Le sue prestazioni nel club bianconero catturarono  l’attenzione delle grandi squadre del suo paese, ma fu una squadra molto vicina che ottenne la parola di Willem van Hanegem: il Feyenoord Rotterdam, club con cui si è definitivamente affermato a livello nazionale e poi internazionale.

Vinse per la prima volta il campionato olandese nel 1969, nel suo anno di debutto con il Feyenoord, per poi replicare nel 1974. Inoltre, mise le mani sulla Coppa d’Olanda nel 1969 Ma i suoi grandi successi arrivarono a livello continentale e internazionale, quando vinse la Coppa dei Campioni nel 1970, la Coppa Intercontinentale (1970) e la Coppa Uefa nel 1974.

Il rendimento nel suo club, gli aprì le porte della Nazionale olandese, dove debuttò in amichevole contro la Scozia allo Stadio Olimpico di Amsterdam, il 30 maggio 1968, che terminò a reti inviolate.

1973, una caricatura con la maglia dell’Olanda

Tuttavia, il suo momento più importante con la Nazionale olandese è stato nel Mondiale del 1974, dove venne guidato dal leggendario Rinus Michels, che ha implementato in nazionale il “Calcio totale”, un sistema tattico in cui tutti i giocatori si adattavano e assumevano posizioni diverse a seconda della situazione, quindi un calciatore avrebbe potuto essere sia in difesa che in attacco.

Il suo potente sinistro

Willem van Hanegem fu un ingranaggio fondamentale dell’ “Arancia Meccanica”, giocando da titolare in tutte le partite: primo nella fase a gironi contro Uruguay (vittoria 2-0), Svezia (0-0) e Bulgaria (vittoria 4-1) ; poi nella seconda fase a gironi contro Argentina (vittoria 4-0), Germania dell’Est (vittoria 2-0) e Brasile (vittoria 2-0). Gli olandesi arrivarono così ​​in finale, per affrontare la Germania Ovest e il centrocampista del Feyenoord, che non aveva mai dimenticato quello che era successo alla sua famiglia nella Seconda Guerra Mondiale, prima della partita non nascose il suo risentimento per i tedeschi. “Li odio. Tutto quello che voglio è umiliarli. Hanno ucciso mio padre, i miei due fratelli e mia sorella. Li odio” disse in un’intervista a un giornalista olandese prima della finale.

Durante la finalissima mondiale del ’74 contro la Germania Ovest

Durante la partita, giocata il 7 luglio 1974 allo Stadio Olimpico di Monaco, van Hanegem era fuori di testa per giocare, quessta condizione mentale gli ha impedito di mostrare il suo miglior calcio e ha finito per ha influenzare l’intera prestazione dell’Olanda. Alla fine la “Mannschaft” vinse 2-1 conquistò il suo secondo Mondiale, mentre il centrocampista di Breskens lasciò il campo in lacrime. Quella fu  la sua unica partecipazione ad un Mondiale, dal momento che non fu presente all’evento del 1978, ma giocò l’Europeo del 1976, perdendo in semifinale contro la Cecoslovacchia 3-1.

La sua ultima partita con gli “Oranje” fu contro il Belgio il 26 settembre 1979 in un’amichevole vinta 1-0 dalla sua squadra, giocò fino al 44′, lasciando poi il posto a Michel Valke.

Dopo il Feyenoord, passò all’AZ Alkmaar tra il 1976 e il 1979, poi si trasferì negli Stati Uniti ai Chicago Sting nel 1979, ritornò nel suo paese per firmare un contratto con l’Utrecht, dal 1979 al 1981, e indossò nuovamente la casacca del Feyenoord, dal 1981 al 1983, prima di ritirarsi dal calcio giocato.

La sua carriera ha avuto diversi anni importanti e dopo la sua prima tappa al Feyenoord, non ha bissato i grandi successi, ma ha lasciato il segno sia nel “De club van het volk” (Il club del popolo) che nella nazionale olandese, diventando un giocatore leggendario per il suo paese.

Mario Bocchio

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