La freddura di Berlusconi marchiò per sempre il danese
Giu 12, 2023

Ha vinto uno scudetto, una Coppa Italia e una Champions col Milan, è stato un elemento prezioso anche per l’Inter, ma Thomas Helveg rimarrà marchiato a vita per una battuta amara di Berlusconi. Era il suo ultimo anno in rossonero, il Milan aveva pareggiato 2-2 nel derby con l’Inter quando Berlusconi da Berlino commentò la prestazione del danese con una frecciata crudele: “Helveg? Mi ha ricordato la favola del leone sordo… Sapete quella favola che racconta che, nella giungla, un uomo comincia a suonare il violino attirando l’attenzione di un leone, poi ne arrivano altri ed altri ancora, fino a che cento leoni non si radunano ascoltando l’esibizione del musicista, estasiati. Giunti quasi al termine dell’improvvisato concerto, arriva l’ultimo leone, che s’avvicina all’uomo e lo sbrana ponendo fine alla musica. Uno dei leoni in prima fila se ne va, scocciato, affermando che il concerto sia finito a causa dell’arrivo del leone sordo”.

Helveg (a destra) con l’Udinese nel campionato 1997-’98, in contrasto sullo juventino Zidane

L’allusione del Cavaliere era per la prestazione deludente di Helveg, colpevole d’aver interrotto il concerto rossonero con una prova opaca, non… a tono. Ma Helveg pagava anche l’essere sempre stato un pupillo di Zaccheroni, il “sarto che non sapeva tessere”, sempre stando alle parole dell’ex presidente rossonero.

Zac aveva voluto lui e Bierhoff e se li era portati dall’Udinese quando fu scelto per diventare allenatore del Milan. Helveg si era affermato come uno degli esterni destri più forti del campionato: partendo dalla difesa o dal centrocampo, le sue percussioni e i suoi cross al centro esaltavano il gioco aereo proprio del bomber tedesco.

Helveg (a sinistra) al Milan nel campionato 1998-1999, mentre sottrae la palla al fiorentino Batistuta

Nell’estate del 2001 Zaccheroni viene esonerato, e Helveg viene acquistato dall’Inter nell’operazione che vede passare Cyril Domoraud in nerazzurro.

Helveg e Zaccheroni

Una delle più classiche operazioni “sistema bilancio” in voga in quegli anni tra le due milanesi. I nerazzurri decidono però di lasciare il danese in prestito in rossonero per la simbolica cifra di mille euro, permettendogli di conquistare l’edizione 2002-‘03 della Champions Legaue e la Coppa Italia, seppur da comprimario. Nell’estate del 2003 il contratto con i rossoneri scade, e Helveg passa all’Inter dove ritrova il suo mentore Zaccheroni, subentrato a Cuper nel mese di ottobre.

Nell’Inter

La stagione dei nerazzurri si conclude con il quarto posto, un’annata non brillante fatta eccezione per la vittoria eccezionale contro l’Arsenal nel match d’esordio in Champions League. I nerazzurri entrano nella storia per essere la prima squadra italiana a passare sul terreno di Higbury, impresa che fregia i nerazzurri dell’appellativo di “Leoni di Highbury”. Una grande rivincita per il Leone sordo.

All’Inter Helveg giocherà nel 2003-‘04, ricordato dai tifosi per aver segnato il quarto rigore nella semifinale di Coppa Italia contro la Juventus, col Biscione eliminato dalla competizione per l’errore decisivo di Vieri. Chiusa l’esperienza in Italia continua a giocare col Norwich City e poi col Borussia Mönchengladbach, prima di tornare all’Odense e chiudere la carriera nel 2010, a 40 anni. Helveg non ha lasciato però il calcio: è stato è collaboratore tecnico dell’Odense e della nazionale danese e a Tmw ha parlato di cosa fa oggi: “Alleno in una scuola, ragazzi di 15-16 anni. I club non hanno niente a che fare, io ho la possibilità di insegnare calcio nei suoi valori più puri, e questa è una cosa che mi piace molto”.

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