Un coast to coast leggendario
Giu 13, 2023

George Manneh Oppong Ousman Weah è nato e cresciuto nella baraccopoli di Clara Town, a Monrovia, da papà William T. Weah e mamma Anna Quayeweah. Tuttavia viene cresciuto perlopiù dalla nonna paterna, Emma Klonjlaleh Brown. Frequenta la scuola media presso il Congresso musulmano e la scuola superiore presso la Wells Hairston High School. Si laurea così in Arte e amministrazione sportiva alla Parkwood University di Londra. Questa scuola fu poi chiusa dalla Commissione per gli Affari Federali degli Stati Uniti in collaborazione con il governo britannico e la laurea perse così di valore. Tuttavia nel 1999 Weah riceve un dottorato onorario in Umanità dal A.M.E. Zion University College della Liberia. È sposato con Clar Weah, statunitense di discendenza giamaicana con cui ha avuto tre figli: George Jr., Martha e Timothy George.

George Weah con la squadra camerunense del Tonnerre Yaoundè, nel 1987

“In Africa, che tu sia leone o gazzella devi cominciare a correre”. E lui lo sapeva bene, quando entrava in campo sembrava un ghepardo nella savana, sentiva l’odore della sua preda e la scrutava da lontano, la porta avversaria, anche di spalle sapeva dov’era, e chiunque si frapponesse tra lui e la sua preda veniva spazzato via con potenza e tecnica, fino a quando non gonfiava la rete, solo allora si placava, solo allora si addomesticava. George Weah è uno degli idoli più grandi dei tifosi rossoneri, grazie sì alle sue straordinarie doti atletiche e creative, ma anche al “George” personaggio, persona amabilissima e unica. Dotato di potenza, unita ad una tecnica sopraffina, George riusciva a risolvere una partita grazie alle sue zampate da leone, alla sua incredibile velocità e potenza fisica. Altruista, potente, veloce, forte di testa, ricco di fantasia, Weah incarnava tutte le caratteristiche del centravanti modello.

Nel Monaco

Weah inizia a tirare i primi calci nell’Invincible Eleven, squadra liberiana, prima di passare al Tonnerre Yaoundé, in Camerun. Nel 1988 si trasferisce al Monaco, con cui esordisce il 17 agosto 1988 nella sfida di campionato contro l’Auxerre. Nella sua prima stagione al Monaco George colleziona 24 presenze e 14 reti in campionato. Il Monaco chiude al terzo posto e la Ligue 1 è vinta dal Marsiglia. Nella stagione successiva, a causa di vari infortuni, Weah non incide molto e realizza solamente 5 reti nelle 16 partite disputate. Ma nella stagione 1990-’91 Weah realizza 13 reti contribuendo alla vittoria in Coppa di Francia, ottenendo così il primo trofeo in Francia. Nella stagione 1991-’92 Weah realizza 18 gol in campionato (record personale in tutta la carriera) concludendo la stagione al terzo posto tra i marcatori del campionato francese. Nonostante il buon bottino personale, il Monaco si classifica secondo in campionato alle spalle del Marsiglia e viene sconfitto nella finale di Coppa delle Coppe per 2-0 dal Werder Brema. Con la sconfitta in Coppa delle Coppe si chiude il ciclo di Weah al Monaco.

Nel Paris Saint-Germain, affrontato da Franco Baresi

Nell’estate del 1992 Weah si trasferisce al Paris Saint-Germain. Nella prima stagione Weah realizza 21 reti di cui 14 nel campionato francese che si conclude con l’ennesimo titolo del Marsiglia. Quest’ultima viene però squalificata e inizia i propri guai giudiziari per la nota vicenda legata alla presunta combine nella gara Valenciennes-Ol.Marsiglia. Lo scandalo fa sì che il Paris Saint Germain venga decretato vincitore a tavolino del campionato. In Coppa Uefa il Paris Saint Germain arriva in semifinale (grazie anche ai 7 gol messi a segno da Weah) ma viene eliminato dalla Juventus di Roberto Baggio a causa della doppia sconfitta a Torino e a Parigi. Nella stagione 1993-’94 arriva il primo titolo sul campo. Weah con le sue 11 reti in campionato è il secondo cannoniere della squadra dietro a David Ginola. In Coppa delle Coppe invece il Paris Saint German perde in semifinale contro l’Arsenal. La terza e ultima stagione dell’attaccante liberiano al Paris Saint Germain, quella 1994-’95, si conclude con sole 7 reti in 34 presenze e il terzo posto della squadra alle spalle del Nantes guidato dal capocannoniere Patrice Loko. In Champions League il Paris Saint Germain, nonostante le 8 reti di Weah (capocannoniere della manifestazione), perde in semifinale contro il Milan. Dopo sette stagioni in Ligue 1 si conclude così l’avventura di Weah in terra transalpina.

In maglia rossonera

Weah viene acquistato dal Milan nel maggio 1995 per 11 miliardi di lire. Esordisce in Serie A contro il Padova nella partita vinta per 2-1 segnando il suo primo gol dopo soli 6 minuti di gioco e fornendo l’assist per il gol di Baresi. Pur non segnando tantissimo (nel suo primo anno in Italia segnò 11 gol in 26 partite), contribuisce comunque alla conquista del 15º scudetto del Milan, trattandosi di gol decisivi. Nelle due stagioni successive (le più brutte del Milan) George realizza 23 reti in campionato, di cui alcune di incredibile splendore, tra cui ricordiamo la sua memorabile falcata a tutto campo alla prima giornata del campionato 96-97 contro il Verona (Milan-Verona 4-1 dell’8 settembre 1996), quando ebbe l’ardire di recuperare un pallone a ridosso della propria area, abbassare la testa e con la palla al piede puntare dritto verso la metà campo avversaria, saltare ben sette avversari percorrendo quasi tutti i 110 metri del campo fino a depositare il pallone in rete, trafiggendo il portiere in uscita. Un coast to coast leggendario.

Nel 1998-’99  George è ancora fondamentale nella conquista del 16° Tricolore rossonero con le sue reti bellissime e importanti (tra cui ricordiamo la grande doppietta a Torino contro la Juve). Pur non segnando tantissimo in tutta la sua carriera i suoi gol sono spesso fondamentali per la vittoria, reti quasi tutte pregevoli, tra cui ricordiamo quella segnata all’ultimo minuto di Lazio-Milan del dicembre 1995, la doppietta al Delle Alpi nel 1999 con corsa finale mano nella mano con l’amico Boban, e soprattutto il già citato capolavoro contro il Verona a San Siro nel settembre 1996. Nelle due stagioni successive il Re Leone segna 23 gol in campionato, alcuni dei quali di pregevole fattura.  Nel campionato 1998–’99 il Milan, allenato da Alberto Zaccheroni, riesce a conquistare lo scudetto grazie a uno strepitoso girone di ritorno, con Weah tra i protagonisti della stagione. A tal proposito spicca la doppietta segnata a Torino contro la Juventus in Juventus-Milan 0-2 del 9 maggio 1999. Proprio in quella stagione George festeggia le 100 partite con la maglia rossonera, mettendo a segno un gol nella vittoria per 1-5 nella trasferta contro l’Udinese ed esponendo subito dopo una maglia celebrativa. Nel gennaio del 2000 Weah chiude l’esperienza in rossonero con un bilancio complessivo di 147 partite e 58 gol così distribuiti: 114 partite e 46 gol in Serie A, 19 partite e 5 gol in Coppa Italia, 12 partite e 7 gol nelle Coppe europee e due partite senza gol in Supercoppa di Lega.

Lascia Milano all’età di 34 anni per trasferirsi al Chelsea in prestito gratuito. Qui gioca per soli sei mesi realizzando 5 reti in 15 presenze e vincendo la FA Cup. Nella stagione seguente l’attaccante passa al Manchester City dove realizza altre 4 reti in 9 presenze. Dopo la parentesi in Premier League, Weah fa ritorno in Francia, questa volta al Marsiglia. Nonostante l’età avanzata, Big George realizza 5 reti nei sei mesi trascorsi in Provenza. In estate, allettato dall’offerta dell’Al Jazira, gioca per una stagione negli Emirati Arabi dove colleziona ben 13 reti in sole 8 presenze. Alla fine della stagione 2001-’02 George Weah si ritira definitivamente dal calcio professionistico all’età di 36 anni.

Il Pallone d’Oro

Pur avendo avuto l’opportunità di indossare la maglia della Nazionale francese, Weah scelse la Nazionale liberiana, con cui collezionò 59 presenze e 16 gol, e che arrivò anche ad allenare e a finanziare. In Nazionale preferiva giocare nel ruolo di libero, essendo il giocatore tecnicamente più dotato e con più esperienza internazionale. Grazie ai suoi gol la Liberia ha potuto qualificarsi a due edizioni della Coppa d’Africa (1996 e 2002). Tuttavia, la squadra non riuscì mai a qualificarsi per i Mondiali, mancando sfortunatamente l’ingresso alla fase finale dell’edizione del 2002 per un solo punto.

Nel Chelsea

Dopo l’abbandono dell’attività agonistica, Weah è diventato una figura umanitaria e politica nel suo paese, impegnandosi a fondo nella lotta contro i problemi che attanagliano la Liberia. Nel novembre 2004 annunciò una sua possibile candidatura alle elezioni presidenziali liberiane dell’11 ottobre 2005. Il 13 agosto 2005 fu confermata la sua candidatura con il CDC, Congresso per la Democrazia e il Cambiamento (Congress for Democracy and Change). Al primo turno risultò il candidato più votato con il 28,3% dei voti, ma al ballottaggio fu sconfitto dall’economista Ellen Johnson-Sirleaf con il 59,4% dei consensi. Al suo ritorno da un viaggio in Europa, il celebre cantante liberiano Michael B.Clock gli dedicò la canzone Run African Star a supporto della sua campagna elettorale. George Weah ha finanziato personalmente iniziative economiche ed umanitarie volte al miglioramento socio-economico della Liberia, tra l’altro da poco uscita dal tunnel della terribile epidemia di Ebola che l’ha recentemente colpita assieme a Guinea e Sierra Leone. Nel 2016 annuncia di volersi ricandidare alle presidenziali del 2017.

Al primo turno ottiene il 38.4% dei voti, andando al ballottaggio con Joseph Boakai (vicepresidente della Liberia dal 2005). Questo viene sospeso per brogli dalla Corte Suprema liberiana e rimandato. A Dicembre 2017 Weah viene eletto con il 61.5% dei consensi e il 22 gennaio 2018 entra in carica come Presidente della Liberia. 

Nella nazionale della Liberia

Prima che la carriera calcistica gli consentisse di spostarsi all’estero, George lavorò per la Liberia Telecommunications Corporation come centralinista. A dicembre del 1995 gli viene conferito il Pallone d’Oro nel primo anno in cui il premio veniva assegnato con l’allargamento delle barriere europee: è quindi il primo calciatore non europeo a vincere il trofeo. Quello che è ritenuto da molti il suo gol migliore risale alla prima giornata del campionato di Serie A 1996-’97 contro il Verona a San Siro l’8 settembre 1996: recuperato il pallone nella propria area, Big George si invola con la palla al piede verso l’area avversaria, e segna battendo il portiere in uscita. Il gesto tecnico fu definito “coast to coast “, per il fatto di aver percorso da solo tutta la lunghezza del campo, o “gol totale“, per aver coniugato tutte le abilità che fanno un campione nel calcio.

Al termine dell’incontro Porto-Milan valevole per il girone preliminare dell’edizione della Champions League 1996-’97, colpisce il difensore lusitano Jorge Costa con una testata al volto, procurandogli la frattura del setto nasale. Per questo gesto, verificatosi nel tunnel degli spogliatoi e dal quale scaturì una rissa, fu squalificato dalla Uefa per sei giornate. In seguito il giocatore ha motivato il suo gesto riferendo di essere stato oggetto da parte del capitano portoghese di sputi e continui insulti razzisti. Nel 1998 realizza un disco dal titolo Lively Up Africa (Frisbie And The African Football Stars) i cui proventi sono stati devoluti in favore dell’UNICEF. Tale disco fu realizzato insieme al cantante nigeriano Frisbie, e da altri calciatori africani. Dopo la sua conversione all’Islam, avvenuta verso la metà degli anni Novanta, Big George aggiunse Ousmane al suo nome e prese l’abitudine di raccogliersi in preghiera in mezzo al campo di gioco prima di ogni partita.

Presidente della Liberia

Il Re Leone soleva cominciare le interviste dicendo: “Ciao a tutti, belli e brutti”; anche dopo una sconfitta aveva voglia di scherzare, ricordandoci che nella vita ci sono cose ben più importanti di una partita di calcio, e lui, che nacque e crebbe nella baraccopoli di Clara Town, a Monrovia, certe considerazioni aveva imparato a farle, perché sapeva appunto riconoscere ciò che nella vita è veramente importante e cosa no. Era fatto così amava le cose difficili, prendere o lasciare, ma la sua personalità, il suo essere campione soprattutto fuori dal campo, lo hanno reso celebre. E’ sempre stato molto attivo in ambito umanitario e legato indissolubilmente alla sua terra d’origine, la Liberia, lui che ha donato alla gente povera della sua nazione gran parte dei suoi guadagni, lui che ha promosso la costruzione di infrastrutture e centri di cura e di accoglienza.

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