“Vava”, il difensore che non lasciava passare mai o quasi la punta avversaria
Gen 11, 2024

In molti lo ricordano come allenatore ma Giovanni Vavassori è stato prima di tutto un giocatore. Un ragazzo che ha indossato la maglia della Dea per otto lunghe stagioni, intervallate dal lustro napoletano.

Nell’Atalanta

Nato ad Arcene il 16 gennaio del 1952, Vavassori è cresciuto nelle giovanili dell’Atalanta e con la maglia  nerazzurra ha esordito nel calcio che conta nella stagione 1970-‘71, nel campionato di Serie B, anno della promozione A. Dopo il primo anno nel massimo campionato italiano e aver disputato 63 partite con l’Atalanta, il Vava si trasferisce a Napoli. All’ombra del Vesuvio resta cinque lunghi anni, conditi da 94 presenze e un gol, nonché la vittoria della Coppa Italia 1975-‘76. Chiusa la parentesi partenopea, nell’estate del 1977 ritorna alla corte della Dea che ha accolto il figliol prodigo a braccia aperte e l’ha stretto ai suoi colori per un quinquennio.

In un undici del Napoli

Nel Cagliari

Due campionati di Serie A, due di B e uno di C1, prima  del definitivo addio. Va in Sardegna al Cagliari per una sola stagione, 1982-‘83, con cui colleziona 22 presenze. Chiude la sua carriera nella formazione napoletana del Campania, a Pozzuoli, con la quale gioca un campionato di Serie D e due di Promozione. Chiude il suo capitolo dedicato al calcio giocato nel 1986, all’età di 34 anni.

Una volta appese le scarpette al chiodo, Giovanni Vavassori decide di insegnare calcio. Ha iniziato con il vivaio dell’Atalanta dove pian piano ha scalato tutte le categorie fino ad arrivare alla Primavera, con la quale vince il campionato di categoria nel 1998. Nel 1999 allena la prima squadra e conquista subito la serie A. Vavassori, a cui piace lavorare con i giovani, è stato per lungo tempo considerato un dei maestri nel gestirli. Il tecnico di Arcene ha lanciato tanti baby campioni nel calcio italiano. Si è accomodato sulla panchina di Ternana, Genoa, Avellino, Cesena, Verona e Pavia. Con l’Hellas un mese di lavoro solo per disputare i playoff, persi in finale contro il Pescara. Il difensore che non lasciava passare mai o quasi la punta avversaria più pericolosa ha chiuso la carriera con la maglia degli orobici firmando 237 presenze in otto stagioni, con 4 gol all’attivo.

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