Albese, la regina delle Langhe. “Una storia da raccontare”
Dic 22, 2023

L’Albese calcio nel 2017 ha compiuto cento anni di storia. “Una storia da raccontare” a tutto il mondo del calcio, è il libro scritto da Danilo Crepaldi per questa ricorrenza, per raccontare l’arrivo del football nelle Langhe, la passione dei tifosi, le vittorie della squadra dilettante che ha fermato la Juventus sul 2 a 2. Ma lo sport non è separato dalla vita di un territorio e leggere “Una storia da raccontare” significa scoprire la storia di Alba e dei suoi cittadini.

L’Albese 1919-’20

L’Albese calcio nasce nel 1917, ma è la pianta nata dal seme gettato anni prima. Qual è il seme?

Nel 1923 contro la Juventus, nel vecchio “Coppino”

Il calcio arrivò ad Alba quasi vent’anni prima della nascita dell’Albese. Il seme di cui lei parla ha un nome e cognome: Enrico d’Errico. Questi era un professore di educazione fisica che aveva svolto i suoi studi a Torino, dove aveva visto giocare le prime pionieristiche partite di calcio.

La vittoria nella Coppa Piemonte del 1925

Trovato lavoro agli inizi del ‘900 proprio ad Alba, aveva proposto quella strana disciplina ai suoi studenti ed aveva organizzato le prime storiche partite di calcio sul suolo albese. Grazie al suo entusiasmo e a quello dei suoi studenti, quasi un ventennio più tardi nacque l’Albese calcio.

Sul terreno di Cinzano

Il calcio è forse lo sport che più di altri sottolinea il senso di appartenenza (campanilismo) al paese e alla città. Anche per i tifosi dell’Albese è sempre stata più che una partita di calcio?

L’imperioso stacco di “Enrico” Chicco Lombardi

Sì lo è anche per i tifosi dell’Albese, anche se questo senso di appartenenza in passato era molto più forte e radicato. Fino agli anni ’70 andare a vedere una partita dell’Albese era qualcosa di spettacolare, con lo stadio Coppino sempre pieno.

Due fotogrammi di un’amichevole contro il Torino

L’evolversi della tecnologia, che ha portato il calcio di serie A nelle case degli italiani, ha fatto si che il senso di attaccamento degli albesi verso la squadra della propria città andasse via, via scemando. Tuttavia ancora oggi gran parte dei cittadini delle Langhe e del Roero identificano il calcio locale nei colori bianco-azzurri dell’Albese.

La squadra dell’Albese in serie C, campionato 1975-’76

Quali sono le squadre più blasonate con le quali l’Albese ha avuto il piacere di giocare?

Stagione 1976-’77, sulle figurine “Panini”. La squadra posa nel caratteristico stadio “Michele Coppino”

L’Albese ha giocato molte partite con squadre blasonate. Famose sono le partite amichevoli giocate negli anni ’20 e ’30 contro Torino e Juventus dove i langaroli riuscirono, addirittura, a togliersi lo sfizio di bloccare sul 2-2 la Juventus nel 1927. Negli anni ’60 i langaroli ebbero anche l’onore di ospitare sul proprio terreno la Sampdoria e nel 1979 si concessero il lusso di bloccare il Genoa, allora militante in serie B, sul risultato di 1-1. In tempi più recenti i langaroli hanno fermato sull’1-1 il Torino di Giampiero Ventura per poi capitolare ai calci di rigore nel torneo estivo “Città di Mondovì’” Nei gloriosi campionati disputati dal sodalizio langarolo in serie C, a metà anni ’70, l’albese si e ritrovata ad incrociare i tacchetti con società del calibro di Udinese, Treviso, Venezia, Siena, Lucchese, Cremonese, Monza e Piacenza.

Bei ricordi, ormai molto vintage

Da Alba sono passati calciatori di serie A e di varie nazioni. Qualche nome?

Capistrano e Di Lernia: siamo negli anni Ottanta

Così di primo acchito ci viene in mente Livio Manzin, giocatore cresciuto nel Torino che disputò con l’Albese il campionato di serie C del 1975-’76, giocatore che ebbe poi una brillante carriera con le maglie di Reggina, Bari, Lecce e Lanerossi Vicenza. Il difensore argentino Danilo Staffolarini con trascorsi nella serie cadetta argentina e norvegese e nel massimo campionato indonesiano: un giramondo che con i langaroli vinse due campionati di Eccellenza. Un altro giocatore che ricordiamo con piacere è l’attaccante svizzero Roman Burger che, appena diciassettenne, fu decisivo per la salvezza nel campionato di eccellenza 1992-’93 prima di essere ceduto al Grasshoppers. Importanti furono Enrico Lombardi che vestì anche la maglia del Parma, Olinto Magara poi ceduto al Como, lo storico capitano degli anni ’30 Vittorio Paganelli e tanti altri che per ragioni di spazio non sto a citare ma che vivono nei cuori di tutti i tifosi langaroli.

L’Albese negli anni Ottanta allo stadio “San Cassiano”

Come si potrebbe racconterebbe il Derby della Granda a un turista?

Il Derby della Granda (così nominato dal nomignolo che viene dato alla provincia di Cuneo) è una partita particolare ricca di fascino che mette di fronte due città orgogliose e che cercano di superarsi l’un l’altra. È il momento in cui tutti, nei due centri urbani, si sentono tifosi ed in cui la passione per le due squadre trova sfogo sugli spalti del “Paschiero” di Cuneo o in quelli dell’ “Augusto Manzo” di Alba. È una di quelle partite che fanno si che il calcio sia uno sport bellissimo a tutti i livelli, una di quelle partite in cui tutti sono fieri di dire io c’ero. Se dovessimo paragonarla ad un derby dei professionisti diremmo Celtic-Rangers perché come nel derby di Glasgow la rivalità fra Cuneo ed Alba appare essere eterna.

Dal punto di vista delle emozioni, quale l’evento più importante nella storia dell’Albese? I tifosi non scorderanno mai la vittoria del campionato di Eccellenza del 2007-’08 che ha riportato l’Albese in serie D dopo 18 anni. Da un punto di vista storico, invece, diremmo la storica vittoria in Coppa Piemonte datata 1925, la strenua resistenza opposta al fascismo negli anni ’30 e la vittoria del campionato di Serie D 197-’75 che ha portato per la prima volta i langaroli fra i professionisti.

Fabio Carbone

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