La Pistoiese e quel bidone per eccellenza
Dic 26, 2021

Tra i calciatori che giunsero in Italia dopo la riapertura delle frontiere, nel 1980, ci furono anche dei casi imbarazzanti: il brasiliano Luis Silvio, dipinto come un fenomeno, divenne una sorta di oggetto misterioso, tanto che qualcuno cominciò a dubitare della sua stessa esistenza.

Nell’estate del 1980 la Pistoiese si appresta a disputare per la prima e unica volta nella sua storia il campionato di serie A. Per l’occasione i dirigenti della società toscana, abbagliati dalle trasferte dei talent-scout dei grandi club, decidono di intraprendere a loro volta un viaggio in America Latina alla ricerca di un gioiellino ancora nascosto da schierare nella massima serie appena conquistata. Fu così che il presidente della Pistoiese Marcello Melani affidò tale arduo compito a Beppe Malavasi, allenatore in seconda della squadra. La storia l’ha raccontata bene, nei minimi particolari Calciobidoni, il sito specifico che racconta il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Il tecnico parte per il Brasile e “scova” Luis Silvio Danuello: torna quindi in Italia, entusiasta, e convince il nuovo allenatore Lido Vieri – alla sua prima esperienza in panchina – a farlo acquistare dalla società, che sborsa una cifra ragionevole, 170 milioni di Lire. L’arrivo del brasileiro, cresciuto nel Marilia (con cui vinse la Taça San Paolo, il campionato giovanile brasiliano), chiuso nel Palmeiras, poi prestato al Ponte Preta, suscitò a Pistoia molto entusiasmo. Vennero le prime amichevoli, la Coppa Italia, il precampionato.

 Luis Silvio, attesissimo, cominciò però ben presto a deludere tutti. Sulla base di ciò, è doveroso fare una premessa: le ragioni di questa delusione nascono da un clamoroso ed imbarazzante equivoco. La società arancione cercava un centravanti, una punta capace di assicurare un buon numero di gol per centrare la salvezza: ma Luis Silvio era invece una ponta, come si dice in portoghese, vale a dire una promettente ala destra pura capace di svolgere diligentemente il suo compito, e cioè di macinare chilometri sulla sua fascia di competenza per poi crossare al centro dell’area avversaria. Ma la Pistoiese non poteva permettersi il lusso di un’ala. A quei tempi, le squadre che lottavano per salvarsi giocavano con un solo attaccante: per riparare l’errore, pertanto, in ottobre fu acquistato dal Catanzaro il bomber Vito Chimenti.

Luis Silvio con il brasiliano del Bologna Eneas De Camargo.

Pertanto il ragazzo brasiliano, mortificato nella sua caratteristica migliore (la velocità), si ritrovoò quasi subito emarginato. Totalmente sfiduciato, le gare in cui veniva impiegato divennero subito per lui prive di tattica, in quanto dimostrò anche di non essere quel fuoriclasse che tutti avrebbero voluto vedere: non vinceva un contrasto, non riusciva a confezionare una rincorsa valida. Un autentico disastro: divenne in breve l’oggetto misterioso della Pistoiese.

La Pistoiese 19080-’81. Da sinistra, in piedi: P. Mascella, M. Marchi, M. Lippi, A. Zagano, A. Agostinelli; accosciati: Luís Sílvio, P. Benedetti, S. Borgo (capitano), M. Frustalupi, Catalano, Quattrini

Esordì il 14 settembre 1980, nella “prima” di campionato Torino-Pistoiese terminata 1-0; seguì qualche altra timida apparizione nelle prime partite del massimo campionato, poi l’emarginazione totale, dopo sei misere presenze. Dapprima la panchina, quindi la tribuna, infine non fu più neppure convocato.

La Pistoiese sfida il Bologna con Danuello in campo

 

Non giocando più, Luis Silvio fu poco alla volta preso dalla nostalgia, dalla voglia di tornarsene a casa, in Brasile. E un bel giorno di primavera fece armi e bagagli e partì con la sua giovane moglie e la sua giovanissima figlia Amanda, tra l’altro concepita proprio in Toscana, ponendo fine alla sua “disavventura” italiana. Diventando così nel tempo protagonista, suo malgrado, di innumerevoli “leggende metropolitane” che ancora si raccontano sul suo conto. Universalmente considerato come la “meteora” per antonomasia, è cosi’ entrato di diritto nel novero dei “bidoni” del calcio italiano. Potenza degli equivoci.

«Luis Silvio Danuello? Mai sentito nominare»

(Paulo Roberto Falcão, centrocampista Roma, nel giorno del suo arrivo in Italia all’Aeroporto di Fiumicino)

«Luis Silvio? Non so chi sia»

(Luis Vinicio, allenatore Avellino)

«E’ velocissimo e ha un bel controllo di palla»

(Lido Vieri, allenatore Pistoiese)

«Sono in gran forma e lo dimostrerò. Di solito gioco ala destra, ma so disimpegnarmi anche in altre posizioni offensive»

 

(Luis Silvio Danuello, centrocampista Pistoiese)

«Sono un tipo che si muove e che punta deciso verso le porte avversarie. Il vostro è un calcio di forza e di temperamento, non di abilità come in Brasile. Forse questa è la mia unica preoccupazione»

(Luis Silvio Danuello, centrocampista Pistoiese)

«Luis Silvio c’e’»
(Scritta su un muro dello stadio a Pistoia)

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